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Interruption Marketing: definizione, esempi e strategie efficaci

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Cecilia Compagnucci
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Cecilia Compagnucci

Interruption Marketing cos’è

Quante volte ti è capitato di essere immers* in un’attività – magari guardando il tuo programma TV preferito o navigando tranquillamente online – e all’improvviso, un messaggio pubblicitario irrompe nella tua bolla, catturando (o tentando di catturare) la tua attenzione?

Questo è ciò che si può definire Interruption Marketing.

Ma andiamo oltre la superficie. L’interruption marketing non è solo quella fastidiosa pubblicità che ti distrae mentre stai guardando un video su Youtube. 

È una strategia di marketing complessa che, se ben eseguita, può essere potenzialmente efficace.

Io sono Cecilia Compagnucci, fondatrice di Humans e, nel corso dei miei decenni di esperienza nel settore del marketing e del digital marketing, ho visto l’evoluzione di numerose strategie pubblicitarie. 

Come fondatrice di Humans, ho avuto il privilegio di lavorare con aziende di ogni dimensione, aiutandole a navigare nel mondo del marketing odierno.

E se c’è una cosa che ho imparato, è che l’interruption marketing, quando fatto con cura, è uno strumento molto potente nel proprio arsenale di marketing.

Nella sua definizione, l’interruption marketing è esattamente ciò che suggerisce il nome: una forma di marketing che interrompe l’attività dell’utente per presentare un messaggio pubblicitario. 

Ovviamente, sta in chi crea questo tipo di interruzione decidere se farlo con criterio, rendendolo un potente strumento per catturare l’attenzione in un mondo sempre più saturo di stimoli, oppure se limitarsi a fare spam – che sconsiglio altamente.

La chiave sta nel comprendere che non tutte le interruzioni sono uguali.

Alcune possono essere irritanti e controproducenti, mentre altre possono effettivamente aggiungere valore all’esperienza dell’utente. 

Pensa a quell’annuncio di un prodotto che non sapevi di volere, ma che risolve perfettamente un problema che avevi. Ecco, quella è l’essenza di un interruption marketing ben fatto.

 

Permission Marketing vs Interruption Marketing: due facce della stessa medaglia

Ora, potresti chiederti: “Ma se l’interruption marketing può essere così invasivo, non c’è un approccio più… gentile?” 

Ed è qui che entra in gioco il permission marketing, il suo apparente opposto.

Il marketing permission, concetto popolarizzato da Seth Godin nel suo libro ‘Permission Marketing’, si basa sull’idea di ottenere il permesso esplicito del consumatore prima di inviare messaggi di marketing. 

Sembra l’antitesi dell’interruption marketing, vero? Ma la realtà è molto più sfumata.

Immagina l’interruption marketing e il permission marketing sono come due facce della stessa medaglia, e non due cose completamente distaccate. 

L’interruption marketing cerca di catturare l’attenzione rapidamente, spesso puntando su un pubblico ampio. Il permission marketing, invece, mira a costruire relazioni a lungo termine con un pubblico più mirato e interessato.

Ma qui sta il trucco: un’interruzione ben fatta può portare al permesso. 

Pensa a un annuncio particolarmente creativo o rilevante che ti ha spinto a iscriverti a una newsletter o a seguire un brand sui social media. 

Quell’interruzione iniziale si è trasformata in un rapporto basato sul permesso.

A Humans, abbiamo imparato che la chiave del marketing moderno sta nel trovare il giusto equilibrio tra questi due approcci, senza mai arrecare fastidio all’utente finale. 

La prossima volta che ti imbatterai in un’interruzione pubblicitaria, prova a guardarla con occhi diversi. 

Chiediti: è fastidiosa o aggiunge valore? È un tentativo maldestro di attirare l’attenzione o un’opportunità ben congegnata di scoprire qualcosa di nuovo? 

 

Permission Marketing: esempi

Il permission marketing si manifesta in varie forme, ciascuna progettata per coinvolgere i consumatori in modo consensuale e rispettoso. 

Un esempio emblematico è il permission email marketing, che mira a costruire relazioni durature con i lettori. Invece di interrompere bruscamente, questo approccio chiede gentilmente il permesso di comunicare, rispettando sempre le preferenze dell’utente.

Pensa al New York Times, ad esempio. La famosissima testata offre una varietà di newsletter tematiche, permettendo ai lettori di scegliere esattamente quali contenuti desiderano ricevere nella loro casella di posta. 

Un altro esempio brillante viene da Starbucks. Il colosso del caffè utilizza la sua app per offrire un programma fedeltà personalizzato. Chiedendo il permesso di inviare notifiche su offerte e promozioni, Starbucks riesce a mantenere un dialogo costante con i suoi clienti senza risultare invadente.

Amazon, d’altra parte, ha perfezionato le preferenze di comunicazione, permettendo ai suoi clienti di personalizzare nel dettaglio quali tipi di email promozionali desiderano ricevere. 

Questo approccio rispettoso non solo riduce il rischio di fastidio, ma aumenta anche l’efficacia delle comunicazioni inviate, assicurandosi di aumentare l’interesse ad ogni mail inviata.

Questi esempi dimostrano esattamente come il permission marketing possa creare esperienze apprezzate dai consumatori, in contrasto con l’approccio più diretto e poco amato dell’interruption marketing.

Ora tieniti forte, perché stiamo per esplorare più in dettaglio come costruire una strategia di interruption marketing che non solo catturi l’attenzione, ma crei anche valore reale per il tuo pubblico. 

 

Strategie di Interruption Marketing

Dopo aver compreso cos’è l’interruption marketing, è il momento di immergerci nel suo funzionamento. 

Come si costruisce una strategia di interruption marketing che non solo catturi l’attenzione, ma crei anche un impatto positivo?

Nel mio percorso professionale, ho avuto modo di sperimentare e affinare diverse tecniche di interruption marketing. 

Ciò che ho scoperto è che dietro ogni campagna di successo si nasconde una meticolosa pianificazione e una profonda comprensione del pubblico target.

 

Elementi chiave per un Interruption Marketing efficace

  1. Tempismo impeccabile: Il momento in cui interrompi è importante tanto quanto il messaggio stesso. Un’interruzione nel momento giusto può trasformare un potenziale fastidio in un’opportunità gradita. Viceversa, interrompere nel momento sbagliato può portare a un disinteresse immediato da parte dell’utente finale.
  2. Rilevanza del contenuto: Il tuo messaggio deve offrire un valore immediato o risolvere un problema che il tuo pubblico sta affrontando proprio in quel momento.
  3. Creatività: In mezzo al mare di interruzioni in cui si trova il panorama pubblicitario odierno, solo quelle veramente creative e originali riescono a emergere. Non temere di osare e di pensare fuori dagli schemi.
  4. Call to Action chiara: Dopo aver catturato l’attenzione, cosa vuoi che il tuo pubblico faccia? Assicurati che il passo successivo sia evidente e facile da compiere.
  5. Personalizzazione: Più il tuo messaggio è mirato e personalizzato nei confronti dell’utente che lo sta ricevendo, maggiori sono le possibilità che venga percepito come utile anziché invasivo.

 

Psicologia del consumatore: l’Interruption Marketing può funzionare?

Ora, potresti pensare: “Cecilia, ma perché le persone dovrebbero prestare attenzione a qualcosa che interrompe ciò che stanno facendo?”

La risposta risiede nella psicologia umana. Il nostro cervello è naturalmente attratto dalle novità e dai cambiamenti nell’ambiente circostante. 

È un meccanismo di sopravvivenza evolutivo che ci ha permesso di rimanere vigili di fronte a potenziali minacce o opportunità.

L’interruption marketing sfrutta proprio questa tendenza innata. Quando un messaggio interrompe il flusso normale delle nostre attività, il nostro cervello non può fare a meno di notarlo.

È come se qualcuno ci toccasse la spalla mentre siamo concentrati: istintivamente ci voltiamo per vedere cosa succede.

Ma attenzione: questo non significa che tutte le interruzioni siano ben volute. Il trucco sta nel trasformare quella frazione di secondo in cui catturiamo l’attenzione in un’esperienza positiva e memorabile.

A Humans, abbiamo sviluppato un approccio che chiamiamo “interruzione empatica”

Si tratta di creare interruzioni che non solo catturano l’attenzione, ma dimostrano anche una profonda comprensione dei bisogni, dei desideri e delle frustrazioni del nostro pubblico.

Per esempio, immagina di essere su un sito di e-commerce, indecis* su quale prodotto scegliere. All’improvviso, appare un pop-up che offre una consulenza gratuita con una persona esperta del prodotto. 

Questa interruzione, anziché essere fastidiosa, potrebbe essere percepita come un aiuto prezioso.

La chiave è equilibrare il potere dell’interruzione con il rispetto per il tempo e l’attenzione del tuo pubblico. Quando riesci a farlo, trasformi l’interruption marketing da una tattica invadente a una strategia che aggiunge valore reale all’esperienza del consumatore.

Nel prossimo capitolo, esploreremo alcuni esempi concreti di interruption marketing fatto bene (e male), per darti un’idea più chiara di come applicare questi principi nella pratica. Preparati a vedere l’interruption marketing sotto una luce completamente nuova!

 

Quando l’Interruption Marketing diventa un fastidio

L’interruption marketing, se non gestito con cura, può facilmente trasformarsi da strumento di comunicazione efficace a fonte di irritazione per il pubblico. 

Immagina questo scenario: stai navigando tranquillamente in ufficio, concentrat* sul tuo lavoro, quando all’improvviso un video pubblicitario inizia a riprodursi a tutto volume. 

Non solo questo tipo di interruzione è fastidioso, ma può anche metterti in una situazione imbarazzante di fronte ai colleghi. 

È un esempio classico di come l’autoplay video con audio possa essere controproducente, allontanando potenziali clienti invece di attirarli.

Oppure, le chiamate di telemarketing fuori orario sono un altro esempio lampante di interruption marketing mal eseguito e disturbante. 

Ricevere una chiamata pubblicitaria durante la cena in famiglia o, peggio ancora, nel bel mezzo della lavoro, è un modo sicuro per alienare potenziali clienti. 

Invece di creare un’opportunità di connessione, queste chiamate inopportune generano frustrazione e risentimento.

Infine, gli annunci non pertinenti sono l’esempio più evidente di interruption marketing mal concepito. 

Mostrare pubblicità di prodotti per neonati a un pubblico di adolescenti ad esempio, non solo è inefficace in termini di investimento pubblicitario, ma dimostra anche una mancanza di comprensione del tuo target. 

A Humans quindi, crediamo fermamente che ogni interazione con il cliente debba aggiungere valore. 

Un’interruzione, per quanto ben intenzionata, se non apporta un beneficio tangibile all’utente, rischia di fare più male che bene.

La chiave sta nel trovare il giusto equilibrio tra visibilità e rispetto per l’esperienza dell’utente.

 

Trasformare l’Interruption Marketing in opportunità

Dopo aver esplorato i potenziali rischi dell’interruption marketing, è il momento di vedere come questa strategia possa essere utilizzata in modo efficace e persino apprezzata dal pubblico. 

La mia esperienza mi ha insegnato che, quando fatta bene, l’interruzione può trasformarsi in un’opportunità di crescita sia per il brand sia per il consumatore.

 

Interruption Marketing: esempi

 

1. Spotify Wrapped: Ogni fine anno, Spotify “interrompe” l’esperienza degli utenti con un riepilogo personalizzato delle loro abitudini di ascolto. Questa interruzione è così attesa e apprezzata che gli utenti la condividono spontaneamente sui social media, generando un’enorme visibilità per il brand.

Esempio di analisi SWOT

2. Google Doodle: Google trasforma regolarmente il suo logo in “doodle” interattivi per celebrare eventi o personaggi. Queste interruzioni della normale esperienza di ricerca sono spesso educative e coinvolgenti, aumentando l’engagement degli utenti.

Esempio di analisi SWOT

3. Duolingo Notifiche Push: Duolingo, l’app di apprendimento delle lingue, è famosa per utilizzare notifiche push per ricordare agli utenti di fare pratica quotidiana. Queste notifiche sono spesso formulate in modo giocoso e leggero, rendendo l’interruzione meno invadente e più amichevole.

Esempio di analisi SWOT

Tecniche per minimizzare il fastidio dell’Interruption Marketing e massimizzare l’engagement

 

  1. Personalizzazione: Utilizza i dati a tua disposizione per creare interruzioni rilevanti e personalizzate. Un messaggio su misura ha molte più probabilità di essere ben accolto.
  2. Timing strategico: Scegli con cura il momento dell’interruzione. Ad esempio, un’offerta di sconto potrebbe essere più apprezzata dopo che l’utente ha trascorso del tempo a navigare sul tuo sito. Oppure, ricevere il pop-up di iscrizione alla nostra newsletter dopo che ti sei interessat* alla lettura dei nostri articoli.
  3. Valore aggiunto: Assicurati che la tua interruzione offra sempre qualcosa di valore, che sia un’informazione utile, un’offerta esclusiva o un contenuto divertente.
  4. Opt-out facile: Dai sempre agli utenti la possibilità di rifiutare facilmente l’interruzione. Questo dimostra rispetto per il loro tempo e le loro preferenze.
  5. Test e ottimizzazione: Sperimenta diverse forme di interruzione e monitora attentamente le metriche di engagement. Usa questi dati per affinare costantemente la tua strategia.

 

A Humans, abbiamo visto come queste tecniche possano trasformare l’interruption marketing da potenziale fastidio a strumento di engagement apprezzato. 

La chiave è sempre mettere l’esperienza dell’utente al centro della strategia.

 

Inbound Marketing vs Interruption Marketing: un approccio ibrido

Nonostante si tenda a metterli in contrapposizione, l’interruption marketing non deve essere un’alternativa all’inbound marketing, ma può integrarsi perfettamente con esso.

Innanzitutto, l’inbound marketing è un modo per attirare i clienti verso il tuo business senza doverli “inseguire”

Funziona creando contenuti utili e interessanti (come articoli, video o post sui social) che rispondono a quello che le persone stanno cercando. 

Quando le persone trovano queste informazioni utili, si avvicinano spontaneamente alla tua azienda, perché ti vedono come un espert* di fiducia.

In pratica, invece di interrompere le persone con pubblicità, le attiri verso di te offrendo loro ciò di cui hanno bisogno, come consigli, risorse o soluzioni.

Ecco quindi in che modo si può implementare l’inbound marketing con l’interruption marketing:

  1. Retargeting intelligente: Utilizziamo i dati di navigazione per creare interruzioni mirate che riportano gli utenti al contenuto inbound a cui hanno mostrato interesse. Ad esempio, un banner pubblicitario che ricorda a un utente di completare la lettura di un articolo di blog che aveva iniziato.
  2. Content discovery: Piattaforme come Outbrain o Taboola utilizzano l’interruption marketing per suggerire contenuti inbound rilevanti per l’utente e in modo meno invasivo, creando un ponte tra le due strategie.
  3. Chatbot contestuali: L’interruzione di un chatbot può essere calibrata in base al comportamento dell’utente sul sito, offrendo assistenza o contenuti inbound pertinenti al momento giusto.

 

Conclusioni: il futuro dell’Interruption Marketing

Guardando al futuro, l’interruption marketing continuerà a evolversi, guidato dalle nuove tecnologie e dalle mutevoli aspettative dei consumatori. 

L’Intelligenza Artificiale e il machine learning renderanno le interruzioni sempre più pertinenti e personalizzate, forse al punto da non essere più percepite come interruzioni ma come parte integrante dell’esperienza dell’utente.

Immagina un futuro in cui le interruzioni pubblicitarie siano così ben calibrate e ricche di valore che gli utenti le accolgano con piacere. 

Un futuro in cui l’interruption marketing si fonde perfettamente con altre strategie, creando un ecosistema in cui brand e consumatori collaborano per creare esperienze autentiche.

Ma con queste possibilità entusiasmanti, arrivano anche grandi responsabilità. 

Come professionisti del marketing, a Humans cerchiamo di essere all’avanguardia non solo nell’adozione delle nuove tecnologie, ma anche nella loro applicazione etica e rispettosa.

Usiamolo quindi saggiamente, in modo creativo e sempre con un occhio al beneficio del consumatore. 

Solo così si possono trasformare le interruzioni, spesso criticate dai consumatori, in qualcosa di autentico e utile per il nostro pubblico.

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