Diciamoci la verità: la figura del SEO Specialist ha un fascino tutto suo.
Un po’ analista, un po’ stratega, un po’ detective digitale.
È quella persona che, mentre tutti guardano il risultato finale, è lì — con una decina di tab aperti, un report in mano e una conversazione su Slack con copywriter, sviluppatore e social media manager nello stesso minuto.
Fa debug, analizza metriche, riscrive titoli, ma soprattutto tiene insieme visione e precisione.
Perché la SEO non è mai una sola cosa: è dati, linguaggio, tecnologia, empatia.
E chi la fa bene ha sempre due menti che lavorano insieme — quella logica e quella creativa.
Nel mio lavoro ne ho conosciuti tanti: alcuni si innamorano della SEO appena la incontrano.
Altri la odiano con tutto il cuore.
Non esistono vie di mezzo.
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente sei nel primo gruppo — o vuoi capire se potresti esserci.
Quindi mettiamo ordine nella confusione:
da dove si comincia davvero per diventare SEO Specialist oggi?
Intanto, una cosa importante: inizia a capire qual è la differenza tra indicizzazione e posizionamento
In sintesi rapida
Diventare SEO Specialist non significa imparare trucchi, ma capire come funziona davvero il web.
La SEO moderna si basa su: conoscere la logica dei motori di ricerca, leggere i dati con strumenti come
Google Search Console,
comprendere l’intento di ricerca, saper scrivere contenuti che parlano a Google e alle persone, e mantenere viva la curiosità sperimentando ogni giorno.
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Non è un trucco per scalare Google. È un mestiere reale.
C’è ancora chi pensa che fare SEO significhi “imbrogliare Google”.
Magari piazzando parole chiave a caso, scrivendo titoli forzati o riempiendo i testi di sinonimi.
Niente di più lontano dalla realtà.
Oggi la SEO è una disciplina tecnica e strategica tra le più complesse del digitale.
Si lavora su siti veri, con problemi concreti: pagine che non si indicizzano, contenuti che non convertono, performance che crollano da un giorno all’altro.
E dietro ogni dato, c’è una persona reale: qualcuno che cerca qualcosa, che formula una domanda, che vuole una risposta.
Un SEO Specialist non “piace a Google”: aiuta Google a capire.
Costruisce siti che comunicano bene con l’algoritmo e con le persone.
E questo richiede conoscenza, metodo e un pizzico di ossessione.
La SEO è una competenza che ti cambia il modo di lavorare (ovunque)
Fare SEO è come imparare a leggere il web con una lente nuova.
È una competenza che puoi portare ovunque:
- In agenzia, per supportare strategie multicanale;
- In un e-commerce, per ridurre i costi pubblicitari;
- Come content strategist, per creare testi che si posizionano davvero;
- Nel mondo editoriale, formativo o istituzionale, per dare visibilità a idee e progetti.
Saper fare SEO significa avere una bussola nel web:
ti aiuta a leggere i dati, capire la concorrenza, individuare opportunità e priorità.
È un mindset che ti abitua a ragionare in modo misurabile, ma creativo.
Non serve amare i numeri, ma i risultati
Molti credono che per fare SEO bisogna essere amanti dei dati.
Io dico: serve curiosità per i risultati.
Non devi sognare i fogli Excel, ma voler capire perché succedono le cose.
Perché una pagina esplode di traffico e un’altra scompare.
Perché il CTR sale del 20% dopo un titolo riscritto.
Perché un articolo pubblicato un anno fa torna improvvisamente a posizionarsi.
La SEO è un continuo “perché?”.
E la risposta, quasi sempre, sta nei dettagli: un’intenzione di ricerca capita male, un link interno mancato, un titolo poco coerente.
Ok, ma da dove si parte?
Fare SEO è come entrare in una stanza piena di porte.
C’è quella tecnica, quella dei contenuti, quella dei dati, quella degli algoritmi.
Non puoi spalancarle tutte insieme: devi scegliere da quale iniziare.
Ecco la bussola che consiglio a chi parte da zero 👇
1️⃣ Capisci come funziona un motore di ricerca
Non serve un master in informatica, ma devi sapere cosa fa Google quando digiti una ricerca.
Come avviene il crawl, come funziona l’indexing, come viene deciso il ranking.
Capire la logica del motore ti impedisce di credere ai “trucchi SEO” e ti porta a costruire strategie sensate.
2️⃣ Impara le basi dell’HTML
La SEO vive anche nel codice.
Sapere cos’è un <title>
, un <h1>
, una meta description o un alt text ti dà superpoteri.
Non devi diventare sviluppatore, ma capire dove e come comunicare con Google ti rende autonomo e credibile.
3️⃣ Leggi i dati come una storia
Google Analytics e, soprattutto,
Google Search Console sono i tuoi primi veri alleati.
Non sono strumenti tecnici, sono occhi nuovi sul tuo sito.
Ti mostrano cosa funziona, cosa no, e dove Google fatica a capire il tuo contenuto.
4️⃣ Keyword vs Intento di ricerca
Le parole chiave sono solo l’inizio.
Il vero salto avviene quando capisci cosa c’è dietro una query.
Perché chi scrive “scarpe da corsa” non cerca solo un prodotto, ma forse una soluzione a un problema, o un modo per migliorarsi.
5️⃣ Le basi del SEO Copywriting
Saper scrivere per il web non significa “fare clickbait”.
Significa progettare contenuti leggibili e ricercabili.
- Avere un titolo chiaro e coerente;
- Spiegare subito di cosa parla;
- Usare paragrafi brevi e scansionabili;
- Inserire sottotitoli che guidano;
- Offrire risposte reali, non parole vuote.
6️⃣ Allena la tua curiosità (è la tua arma segreta)
La SEO cambia ogni mese.
Un aggiornamento dell’algoritmo può riscrivere le regole in una notte.
Chi sopravvive? Chi non smette mai di fare domande.
Allenati a sperimentare: apri un piccolo blog tuo, anche minuscolo.
Scegli un tema, scrivi, pubblica, analizza.
Vedi cosa succede se cambi un titolo, aggiungi un link interno o migliori la struttura di una pagina.
Diventare SEO Specialist oggi: tra AI e competenza umana
La SEO del 2025 non è più quella dei manuali.
Oggi ci sono l’intelligenza artificiale, le AI Overviews e una concorrenza infinita di contenuti.
Ma il principio resta: la SEO è il punto d’incontro tra intuizione umana e struttura tecnica.
Un buon SEO Specialist non teme l’AI: la usa.
Sa quando affidarsi ai dati e quando fidarsi del proprio intuito.
Capisce che dietro ogni query c’è un bisogno umano — e nessun algoritmo può comprenderlo meglio di chi lo ascolta davvero.
La SEO non è un mestiere per chi aspetta
Diventare SEO Specialist non significa imparare trucchi, ma imparare a vedere.
A leggere i segnali, anticipare i trend, costruire connessioni tra persone, contenuti e tecnologie.
È un mestiere per chi ama capire come funziona il mondo digitale e vuole lasciare un segno.
Un lavoro che ti insegna a guardare i dettagli ma pensare in grande, ad agire sui numeri ma credere nelle storie.
La SEO è come una mappa che non finisce mai: più la esplori, più scopri quanto puoi ancora imparare.
E se vuoi iniziare dal posto giusto, inizia da qui: dalla curiosità.
È la tua bussola. E non ti tradirà mai.
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Potrebbe essere il primo passo per capire come pensa un vero SEO Specialist.
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Cosa fa davvero un SEO Specialist nella sua giornata tipo
Chi lavora nella SEO sa che non esistono giornate identiche. Un SEO Specialist si muove costantemente su tre fronti: contenuti, tecnica e dati.
Ogni giorno è un mix di analisi, ottimizzazione, brainstorming e qualche caffè in più del previsto.
Ecco come si svolge, davvero, una giornata tipo.
1. Monitoraggio e analisi
La giornata inizia quasi sempre così: aprendo la Google Search Console e controllando i dati del giorno prima. È la bussola di ogni SEO Specialist.
- Andamento delle query: quali parole chiave stanno portando traffico e quali stanno calando.
- Pagine con impression ma senza clic: segnali che qualcosa nel titolo o nello snippet non convince.
- Errori di scansione, copertura o indicizzazione: problemi che possono bloccare la visibilità del sito.
In parallelo si apre Google Analytics 4 (o alternative come Matomo o Piwik Pro) per leggere il comportamento reale degli utenti:
- Sessioni e frequenza di rimbalzo.
- Pagine con alta uscita o basso tempo di permanenza.
- Conversioni e funnel: dove si fermano le persone e perché.
Per la parte off-site, non mancano mai tool come Ahrefs, SEMrush o Majestic per controllare i backlink: chi ti cita, con quale anchor text, e se ci sono link tossici da disconoscere.
2. Ottimizzazione tecnica (SEO on-site)
La parte più “meccanica” del lavoro, ma anche quella che distingue un SEO improvvisato da un professionista vero.
Ogni settimana — o dopo un aggiornamento importante del sito — si effettua un audit tecnico con strumenti come Screaming Frog o Sitebulb per individuare:
- H1 e title duplicati o troppo lunghi.
- Redirect 301/302 non gestiti correttamente.
- Pagine troppo profonde o difficili da raggiungere con pochi click.
Segue poi la revisione dei file fondamentali: robots.txt, sitemap.xml, struttura delle URL, presenza del protocollo HTTPS e gestione del canonical tag.
Chi lavora nella SEO tecnica dedica anche tempo a monitorare i Core Web Vitals — LCP, INP e CLS — usando PageSpeed Insights o Lighthouse, per garantire un’esperienza utente fluida e per analizzare le prestazioni SEO di un sito.
Perché la SEO non è solo farsi trovare: è anche non far scappare chi ti trova.
3. SEO content e keyword strategy
La parte più creativa — e per molti, la più appassionante. Qui entra in gioco la strategia dei contenuti.
Si inizia con la keyword research, usando strumenti come Ubersuggest, SEMrush, AnswerThePublic o Keyword Planner per capire cosa cercano le persone e come lo cercano.
Ma il vero valore è comprendere il search intent: informativo, navigazionale o transazionale.
Capire cosa vuole trovare l’utente è ciò che trasforma un contenuto da “testo ottimizzato” a “risposta utile”.
Il SEO Specialist spesso prepara brief SEO per i copywriter, con:
- Struttura di heading consigliata (H1, H2, H3).
- Keyword focus e correlate.
- Benchmark competitor.
Segue la revisione o l’ottimizzazione di articoli esistenti, migliorandoli in ottica E-E-A-T (Esperienza, Expertise, Autorevolezza, Trust).
È la parte in cui si decide se un contenuto merita di essere aggiornato, riscritto o eliminato.
4. Link building e Digital PR
Qui si passa al networking digitale. Il SEO Specialist costruisce e gestisce relazioni che generano citazioni e backlink di qualità.
- Outreach strategico per guest post o collaborazioni editoriali.
- Menzioni su media di settore tramite piattaforme come HARO o Linkable.
- Analisi periodica e aggiornamento del file disavow per mantenere pulito il profilo link.
Una buona link building è come una reputazione: non si compra, si costruisce.
5. Reportistica e comunicazione
Ogni mese (o settimana, nei progetti più dinamici) arriva il momento dei report.
Non per riempire Excel, ma per raccontare i risultati in modo chiaro e utile.
- Creazione di dashboard su Looker Studio (ex Data Studio) per un colpo d’occhio immediato su traffico e ranking.
- Analisi dei trend e confronto con il mese precedente.
- Condivisione dei risultati con il team marketing o con il cliente, per decidere le prossime mosse strategiche.
Un buon SEO non comunica solo numeri: racconta progresso.
Formazione per diventare SEO Specialist: da dove partire davvero
Non serve una laurea in informatica o in marketing. Serve metodo, tanta pratica e la voglia di approfondire.
Ecco come puoi costruire le basi solide per diventare SEO Specialist.
Risorse gratuite (ottime per iniziare)
- Guida SEO di Google → la base ufficiale, da leggere e rileggere.
- Moz Beginner’s Guide to SEO → chiara, aggiornata e molto ben scritta.
- Blog di Ahrefs e SEMrush → articoli tecnici con esempi reali.
- Blog di Giorgio Taverniti (Search On) → riferimento italiano costante.
- YouTube di Gaetano Romeo, Marco Maltraversi, Studio Samo → formazione accessibile e pratica.
- Forum Connect di Google → per imparare dai problemi reali degli altri.
Esercizi pratici da fare fin da subito
- Scarica Screaming Frog e analizza un sito per individuare errori base.
- Apri un progetto su Google Search Console e studia impression e CTR.
- Scrivi un articolo e ottimizzalo: keyword nel title, heading, alt tag e meta.
- Costruisci un piano editoriale SEO di 3 mesi su un tema che ti appassiona.
- Simula un report mensile con Looker Studio per abituarti all’analisi.
Corsi (da considerare se vuoi fare sul serio)
- Corso SEO Copywriting → per chi vuole capire come scrivere per Google e per le persone.
- Corso SEO Avanzato → per chi vuole fare il salto e gestire progetti complessi.
- SEOZoom Academy → ottimo percorso, con tool incluso.
- Yoast SEO Academy → corso base gratuito e avanzato a pagamento.
Non serve fare tutto subito: basta un passo alla volta, ma con costanza e applicazione pratica immediata.
Come trovare i primi clienti SEO (anche senza portfolio)
La parte più difficile non è imparare la SEO, ma farla diventare un lavoro.
Ecco alcune strade concrete per iniziare.
1. Parti dal tuo network
Hai un’amica con un blog? Uno zio con una pizzeria? Un conoscente con un sito che non si trova su Google?
Parti da lì. Offri un audit SEO e suggerimenti pratici, chiedendo in cambio una testimonianza scritta e la possibilità di usare il lavoro nel portfolio.
2. Usa i marketplace per freelance
Non sono perfetti, ma funzionano se ti posizioni bene. Prova Addlance, Freelancer.com, Fiverr (con attenzione ai prezzi) o Upwork se parli inglese.
3. Lavora sul personal branding
Apri un profilo LinkedIn e racconta quello che impari.
Mostra processi, errori, risultati.
Chi sa spiegare cose complesse in modo chiaro, si fa notare più in fretta di chi urla di essere esperto.
Errori tecnici da evitare all’inizio
- Confondere Search Console e Analytics → la prima parla di come Google vede il sito, la seconda di cosa succede dentro il sito.
Approfondisci con la guida completa alla Search Console. - Ottimizzare una pagina per troppe keyword → risultato: non si posiziona per nessuna. Parti da 1 focus keyword + 2 correlate pertinenti.
- Ignorare il mobile → se il sito non è mobile friendly, Google lo penalizza. Testalo con il Mobile-Friendly Test.
- Dimenticare robots.txt e sitemap → senza, i crawler vanno alla cieca.
- Ignorare la velocità di caricamento → un sito lento perde utenti e ranking. Controlla sempre con PageSpeed Insights.
- Non monitorare ciò che fai → ogni intervento va documentato e verificato dopo 15-30-60 giorni. Senza dati, stai solo “facendo cose”.
Come costruire il tuo primo portfolio SEO
1. Avvia un sito test
Registra un dominio, installa WordPress con un tema leggero (GeneratePress, Astra) e crea un contenuto evergreen.
Monitora tutto con Search Console e GA4, documentando i risultati nel tempo.
È la prova migliore per mostrare che sai gestire un progetto end-to-end.
2. Fai un audit SEO completo su un sito esistente
Scegli un brand locale, analizzalo con Screaming Frog, individua problemi e soluzioni e impagina il tutto in un PDF professionale (panoramica, problemi, priorità, soluzioni, strumenti usati).
3. Partecipa a micro-progetti SEO collaborativi
Entra in community su Slack, Discord o LinkedIn e offri una piccola consulenza gratuita in cambio di testimonianze.
Vale più di cento biglietti da visita.
4. Crea un portfolio su Notion
Organizza tutto in un hub digitale con sezioni come “Analisi tecnica”, “Keyword strategy”, “Contenuti ottimizzati” e “Risultati”.
Mostra screenshot, tool usati e casi reali: è il modo migliore per costruire credibilità visiva.
Diventare SEO Specialist è un percorso, non un titolo
Non si tratta solo di studiare o usare i tool giusti, ma di allenare lo sguardo.
Capire il contesto, fare scelte strategiche e bilanciare analisi e creatività, tecnica e intuizione.
Se ti riconosci in questo modo di lavorare, in Humans Academy abbiamo un intero modulo dedicato proprio a questo: con casi studio reali, esercitazioni pratiche e la guida di chi fa SEO ogni giorno, davvero.
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Perché non serve essere perfetti per iniziare. Serve iniziare per diventarlo.