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I 3 errori SEO invisibili che rovinano il tuo sito (e come salvarlo)

3 errori SEO che non permettono al tuo sito di posizionarsi
10 min
Camilla Cannarsa
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Camilla Cannarsa
3 errori SEO che non permettono al tuo sito di posizionarsi

A parte usare ChatGPT (lo uso anche io, don’t worry), a cosa pensi quando crei contenuti per il tuo blog o sito? Te lo dico io: a posizionarti. Spendi ore e soldi in tool di ricerca keyword, infili le parole chiave ovunque — nei titoli, negli alt tag, nei meta, magari pure nel nome del file — e ti chiedi se usarle prima o dopo la virgola.

Ok, fermati. Stai facendo un sacco di errori. E se continui così, non solo non posizionerai niente, ma quei pochi utenti che ti leggono scapperanno dopo due righe (sempre se arrivano a cliccare la tua SERP).

Piacere: io sono Camilla Cannarsa, SEO strategist-specialist-consultant-vattelapesca, ma soprattutto una che smanetta sul web da più di 20 anni. Se ti dico che devi dare una svolta al tuo lavoro di posizionamento, fidati: ne vale la pena. Oggi ti mostro i 3 errori invisibili che stanno affossando il tuo sito su Google. Non c’entrano le keyword, ma come le usi e come Google capisce le connessioni tra i tuoi contenuti — le famose entità.

In sintesi rapida

I tre errori SEO invisibili che stanno affossando il tuo sito su Google sono: scrivere per keyword invece che per Search Intent, ignorare l’Internal Linking (niente cluster e pagine orfane) e trascurare i Core Web Vitals (LCP, INP, CLS).

Se vuoi imparare a scrivere per Google e per le persone, scopri il Corso SEO Copywriting di Humans Academy.

1) Non stai scrivendo per il Search Intent (e il Helpful Content System lo sa)

Lo so, le keyword ti sembrano l’unico modo per “piacere” a Google. Ma la verità è che Google non ragiona più per parole isolate, bensì per concetti collegati. Il suo Helpful Content System serve proprio a questo: valutare se i tuoi contenuti aiutano davvero le persone. Analizza come scrivi, che tipo di valore offri e quali entità correlate tocchi nel testo.

In pratica, se parli di SEO e non nomini mai concetti come Search Intent, User Experience o Google Core Update, il motore ti considera incompleto. Questo non significa smettere di usare le keyword: significa usarle in modo intelligente. Le keyword restano la mappa che orienta Google, ma sono le entità a dirgli perché dovresti essere tu a posizionarti.

Esempio pratico

Chi cerca “piano editoriale social” vuole sapere come farlo, non perché serve. Se l’articolo spiega il metodo passo passo, mostra esempi, include un template scaricabile e usa parole correlate come content strategy, KPI o tone of voice, Google capisce che il tuo contenuto risponde davvero al bisogno dell’utente.

Cosa devi fare prima di subito

  • Parti dal Search Intent: informativo, commerciale o navigazionale.
  • Metti la risposta in cima, poi approfondisci con logica.
  • Cita entità correlate (es. Helpful Content System, Google Core Update).
  • Usa le keyword come ancoraggi, non come ripetizioni forzate.

2) Ignori l’Internal Linking e la struttura semantica

Ora arriva la mia parte preferita, quella su cui (chiedi pure alle colleghe in Humans) sono una fissatissima: la link building interna. Ogni sito, per me, è come una città. Se le strade non portano da nessuna parte, puoi avere i negozi più belli del mondo, ma nessuno ci arriva. L’Internal Linking serve a costruire quelle strade.

È il modo con cui Google capisce la gerarchia delle pagine, i rapporti tra i contenuti e la profondità dei temi che tratti. Ogni link interno distribuisce PageRank e segnala al motore quali pagine sono davvero importanti.

Esempio concreto

Hai una guida su “Strategia social efficace”? Perfetto. Crea articoli satellite su Content Strategy, Formati di contenuto, Calendario editoriale, KPI e Tone of Voice. Ogni articolo linka alla guida principale e ad almeno altri due correlati. Così costruisci una struttura semantica coerente, che aiuta Google (e le persone) a orientarsi.

E sì, lo dico sempre: se una pagina non riceve link interni, per Google non esiste. Bonus: i link interni non migliorano solo la SEO, ma anche l’esperienza dell’utente. Guidano la navigazione, aumentano il tempo di permanenza e riducono il tasso di abbandono.

Cosa devi fare subito

  • Ogni pagina deve avere almeno 3 link interni in entrata.
  • Usa anchor text descrittivi e coerenti con il contenuto.
  • Organizza i contenuti in cluster tematici (hub + satelliti).
  • Evita pagine orfane: ogni contenuto deve essere parte di una rete.

3) Trascuri i Core Web Vitals e l’esperienza utente

Puoi avere i contenuti più utili del mondo, ma se il sito è lento, instabile o invaso da pop-up, Google ti penalizza. I Core Web Vitals — LCP, INP e CLS — sono le metriche con cui Google misura la qualità dell’esperienza utente (User Experience).

  • LCP (Largest Contentful Paint) → tempo di caricamento principale.
  • INP (Interaction to Next Paint) → velocità di risposta alle azioni dell’utente.
  • CLS (Cumulative Layout Shift) → stabilità del layout.

Esempio pratico

Un cliente con un sito pieno di slider e script esterni aveva un punteggio mobile PageSpeed Insights di 42. Dopo aver convertito le immagini in WebP, eliminato plugin inutili e spostato i video sotto la piega, il punteggio è salito a 90. Il traffico organico è cresciuto del 60% in 2 mesi.

Cosa fare in questo istante

  • Usa immagini WebP o AVIF.
  • Precarica l’immagine principale per migliorare l’LCP.
  • Riduci gli script e usa una CDN.
  • Testa con PageSpeed Insights e dati reali CrUX.

L’approccio Entity-Based SEO

Google oggi non guarda solo cosa scrivi, ma come colleghi i concetti. Ogni volta che parli di Search Intent, Internal Linking, Core Web Vitals, stai costruendo una rete di entità nel suo Knowledge Graph. Più queste relazioni sono coerenti, più il tuo sito diventa autorevole e stabile nel tempo.

Risultato

  • Ti posizioni su più query correlate.
  • Acquisisci autorità semantica.
  • Diventi un riferimento per Google e per chi ti legge.

In sintesi

Le keyword servono a farti trovare. Le entità servono a farti riconoscere. Non devi smettere di usare le keyword: devi solo smettere di usarle come stampelle. Quando inizi a scrivere per le persone e per i concetti, Google ti capisce davvero.

Fonti consigliate

  • Google Search Central – Helpful Content System
  • Semrush – Zero-click Search Study
  • Think with Google – Site Speed Report
  • web.dev – Core Web Vitals
  • Google Search Central – Link best practices

Prossimo passo: crea il tuo primo cluster. Scegli una pagina pillar e collega 4–5 articoli satellite.

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