Il giorno in cui Google ha smesso di leggere
Una volta bastava infilare la parola chiave giusta nel posto giusto. Oggi puoi ripeterla mille volte, ma se non parli la lingua delle entità, Google non ti capisce. Non si fida. Non ti mostra.
Le entità sono la nuova grammatica del web. Non contano le parole, conta ciò che rappresentano. E chi riesce a far emergere chi è, cosa fa e perché è rilevante dentro il grande cervello di Google, vince. Perché diventa una voce di conoscenza, non solo un risultato.
In sintesi
- Le entità sono il nuovo linguaggio di Google.
- Conta ciò che rappresenti, non solo le keyword.
- Obiettivo: diventare una fonte di conoscenza affidabile.
Cosa sono (davvero) le entità SEO
Un’entità è qualcosa di unico e riconoscibile: una persona, un luogo, un brand, un prodotto, un concetto.
- “Camilla Cannarsa” è un’entità.
- “Corso SEO Copywriting Roma” è un’entità.
- “Humans Academy” è un’entità.
Le keyword descrivono, le entità definiscono. Le prime dicono cosa cerchi, le seconde fanno capire chi sei. Quando Google collega le tue pagine, costruisce un grafo di significati. E in quel grafo, se non sei un nodo chiaro, non esisti.
Il Knowledge Graph: la mappa mentale di Google
Dal 2012 Google ha un cervello semantico, il Knowledge Graph. È una rete di miliardi di nodi (entità) e trilioni di connessioni (“ha scritto”, “lavora per”, “è situato a”). È così che riesce a rispondere a domande complesse senza leggere tutto internet ogni volta.
Esempio:
- “Camilla Cannarsa” → docente presso → “Humans Academy”
- “Humans Academy” → offre → “Corso SEO Copywriting Roma”
- “Corso SEO Copywriting Roma” → tratta di → “Entity SEO”, “E-E-A-T”, “Content Strategy”
Scrivere in modo che queste relazioni emergano significa insegnare a Google chi sei.
In sintesi
- Il Knowledge Graph collega entità e relazioni.
- Rendi esplicite le connessioni (chi, cosa, dove, perché).
- Scrivere “per relazioni” = dare conoscenza a Google.
Dalle parole ai significati: il salto dei LLM
I Large Language Models (ChatGPT, Gemini, Claude…) non leggono parole: riconoscono entità e relazioni e le mappano in uno spazio semantico. Per loro, “SEO” è vicino a “ottimizzazione”, “Google Search”, “ranking”, “copywriting”; “Storytelling” a “brand identity”, “connessione emotiva”.
Scrivere per gli LLM è come scrivere per Google: bisogna esplicitare chi fa cosa, dove e perché. Solo allora il tuo contenuto può essere compreso, citato e perfino usato come fonte nelle AI Overviews.
Metodo Entity-First: costruisci il tuo universo semantico
Step 1 — Disegna la tua mappa
Annota tutte le entità che ti rappresentano:
- Chi sei → Organization: Humans Academy
- Chi parla → Person: Camilla Cannarsa
- Cosa offri → Course: Corso SEO Copywriting Roma
- Dove → Place: Roma
- Per chi → Audience: marketer, copywriter, PMI
Poi unisci i punti. Ogni collegamento è una relazione che Google può capire.
Step 2 — Costruisci cluster, non pagine isolate
Una pillar page è la tua entità madre. Intorno ruotano articoli “spoke” che spiegano sotto-entità e aspetti collegati, tutti linkati tra loro in modo logico. Questo non solo guida l’utente: disegna per Google la tua autorità tematica.
Step 3 — Parla in markup, non in geroglifici
Usa schema.org in JSON-LD per tradurre la tua identità in dati comprensibili: Organization, Person, Course, Article, con campi about e mentions. Aggiungi sameAs verso LinkedIn, Wikipedia o Wikidata per ancorare la reputazione a fonti affidabili.
Step 4 — E-E-A-T: da concetto morale a metrica concreta
E-E-A-T (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trust) è la valuta della fiducia ed è tracciabile attraverso entità:
- Experience → prova risultati concreti (es. “Camilla Cannarsa ha formato +500 professionisti”).
- Expertise → collega l’autore con
knowsAbout(SEO, Copywriting, Storytelling). - Authoritativeness → citazioni in contesti autorevoli (guest post, interviste, conferenze).
- Trust → coerenza tra sito, bio, social, recensioni, dati pubblici.
Quando un utente cerca “miglior corso SEO Roma”, Google non confronta parole: cerca entità con esperienza, prove e reputazione.
L’autorevolezza non si dichiara. Si costruisce, dato dopo dato.
Step 5 — Scrivi per relazioni
Ogni paragrafo deve rispondere a “chi fa cosa, dove e con che scopo”. Esempio: “Camilla Cannarsa, docente di Humans Academy, guida i professionisti del marketing a scrivere testi che Google capisce e le persone amano.” Una riga del genere genera molte triple semantiche. Questo è scrivere per entità.
Step 6 — Testa il tuo sito con l’AI (e smettila di sperare nei plugin)
Vuoi sapere se Google e l’AI capiscono chi sei? Chiedilo ai modelli: “Leggi questa pagina e dimmi: chi è il soggetto principale, cosa offre, dove opera, quali relazioni emergono?” Se la risposta è vaga, non stai comunicando abbastanza. Itera finché l’AI restituisce una descrizione precisa (es. “Humans Academy … corso SEO Copywriting tenuto da Camilla Cannarsa …”).
Fai anche estrarre le entità per tipo (“Person”, “Organization”, “Place”, “Concept”): se mancano o sono sbagliate, il contenuto non è ancora entity-friendly.
In sintesi
- Mappa le entità chiave (brand, persone, corsi, luoghi, audience).
- Costruisci cluster e rendi esplicite le relazioni.
- Supporta E-E-A-T con dati verificabili e markup.
Gli errori più comuni
- Brand incoerente tra sito e profili.
- Autori senza identità verificabile.
- Pagine piene di keyword ma vuote di relazioni.
- Markup copiato da altri.
- Nessuna presenza su Wikipedia o Wikidata.
- Nessuna menzione in fonti terze.
Oggi la reputazione semantica vale più dei backlink.
Le metriche che contano (davvero)
Dimentica la densità di keyword. Misura presenza, fiducia e connessioni:
- Presenza nel Knowledge Graph: sei “verificato” nel cervello di Google.
- Citazioni nelle AI Overviews: diventare fonte autorevole nelle risposte.
- Menzioni non linkate: forte segnale semantico.
- Coerenza cross-canale: logo, bio, claim allineati.
- Salienza di entità per pagina: la tua entità emerge davvero?
- Tempo medio e click da AI SERP: contenuti che trattengono e convertono.
Le nuove metriche non misurano le parole. Misurano la comprensione.
Il futuro: da motori di ricerca a motori di conoscenza
Google, ChatGPT, Gemini… convergono su un obiettivo: capire. Cercano connessioni credibili. Le entità sono la chiave; chi struttura il sapere in modo leggibile per le AI resterà visibile.
Parla come un umano, scrivi per le macchine
La SEO di oggi è metà neuroscienza, metà rock’n’roll: servono metodo e ritmo. Fai vibrare la tua identità fino a farla riconoscere dal motore che tutto vede.
“Parla come una persona, ma scrivi come se ti leggesse una macchina.”
Durante i corsi SEO mostro che quando il testo nasce per essere compreso sia dagli umani che dalle AI, non devi più inseguire gli algoritmi: sono loro a cercarti.




