È il desiderio di ogni utente che naviga in rete: entrare, trovare subito ciò che cerca, uscire soddisfatto.
Google lo sa bene. Ed è proprio per questo che ha introdotto i Core Web Vitals: un set di metriche fondamentali che misurano l’esperienza complessiva di un utente su un sito web.
In parole semplici, servono a capire se un sito è veloce, stabile e reattivo.
In sintesi rapida
💨 LCP (Largest Contentful Paint): misura quanto tempo impiega il contenuto principale della pagina a caricarsi.
Se supera i 2,5 secondi, hai un problema di velocità.
⚡ INP (Interaction to Next Paint): valuta la reattività del sito, cioè quanto velocemente risponde ai clic o ai tocchi dell’utente.
L’obiettivo è restare sotto i 200 millisecondi.
🧩 CLS (Cumulative Layout Shift): misura la stabilità visiva del sito.
Niente più pulsanti che si spostano mentre li stai cliccando: il valore ideale è inferiore a 0,1.
Tre indicatori, una sola missione: offrire un’esperienza fluida, veloce e stabile — per utenti e per Google.
Perché dovresti preoccupartene?
Perché un sito che offre una buona esperienza utente non solo converte di più, ma è anche premiato da Google.
Ottimizzare i Core Web Vitals significa scalare la SERP con un vantaggio competitivo reale: meno rimbalzi, più clic, più fiducia.
Quali sono i Core Web Vitals?
I Core Web Vitals sono, di fatto, il battito cardiaco del tuo sito.
Google li usa per valutare quanto bene stai trattando i tuoi visitatori: se li accogli con fluidità o li fai aspettare davanti a una rotellina che gira.
Le tre metriche principali da conoscere a memoria sono:
- Largest Contentful Paint (LCP): misura la velocità di caricamento del contenuto principale.
 Immagina di aprire una pagina e aspettare di vedere il titolo o l’immagine principale: più ci mette, più Google (e l’utente) perdono la pazienza.
 Google considera “buono” un LCP inferiore a 2,5 secondi.
- Interaction to Next Paint (INP): misura la reattività del sito, cioè quanto velocemente reagisce ai clic, tap o interazioni.
 È il tempo che intercorre tra l’azione dell’utente e la risposta visiva del sito.
 L’obiettivo? Restare sotto i 200 millisecondi.
 (Dal marzo 2024 ha sostituito il vecchio parametro FID).
- Cumulative Layout Shift (CLS): misura la stabilità visiva.
 Hai presente quando stai per cliccare un bottone, ma l’annuncio o un’immagine si spostano e finisci per cliccare tutt’altro?
 Ecco, quello è un cattivo CLS.
 Idealmente, il valore dovrebbe essere inferiore a 0,1.

Queste tre metriche lavorano insieme per garantire esperienze utente fluide, veloci e prive di frustrazioni.
In un mondo in cui l’attenzione dura meno di 8 secondi, avere LCP, INP e CLS ottimizzati significa una cosa sola: fidelizzare chi arriva sul tuo sito.
Perché i Core Web Vitals contano davvero
La risposta è semplice: perché contano per le persone, e quindi contano per Google.
Immagina i Core Web Vitals come il biglietto d’ingresso per la festa più esclusiva del web: le prime posizioni su Google.
I siti che offrono un’esperienza perfetta vengono premiati, gli altri restano fuori dalla porta.
Da un lato c’è l’esperienza utente: un sito lento o traballante fa perdere fiducia, clic e conversioni.
Dall’altro c’è la SEO: Google vuole fornire risultati che non solo siano pertinenti, ma anche piacevoli da navigare.
Un sito che carica veloce e non si muove in modo imprevedibile comunica professionalità, e Google lo nota.
In sintesi, ottimizzare i Core Web Vitals non è solo un esercizio tecnico:
è una strategia concreta per costruire un brand online credibile, performante e competitivo.
È ciò che separa un sito “ok” da uno che Google ama mostrare in alto.
Come misurare i Core Web Vitals
Non puoi migliorare ciò che non misuri.
Fortunatamente, oggi gli strumenti per monitorare i Core Web Vitals sono accessibili e gratuiti.
- Google PageSpeed Insights: il punto di partenza. Inserisci l’URL e scopri punteggi, metriche e suggerimenti pratici per ottimizzare. È come avere un meccanico digitale che ti dice cosa rallenta il motore del tuo sito.
- Google Search Console: offre una panoramica completa dello stato di salute del tuo sito, con report dedicati ai Core Web Vitals. Perfetto per monitorare le prestazioni nel tempo e capire se gli interventi funzionano davvero.
- Lighthouse: un’estensione di Chrome per eseguire audit di performance in tempo reale. Utile per analisi rapide, direttamente dal browser.
- Chrome User Experience Report (CrUX): raccoglie dati reali dagli utenti e ti mostra come le persone vivono davvero il tuo sito. È come ricevere feedback continui dai tuoi visitatori senza doverglielo chiedere.
Usando questi strumenti, puoi avere un quadro chiaro della situazione e impostare una strategia di miglioramento progressiva.
Ma attenzione: misurare è solo il primo passo. La parte più interessante arriva dopo — quando inizi a ottimizzare davvero.
Strategie per ottimizzare i Core Web Vitals
Che tu sia uno sviluppatore o un marketer, ci sono azioni concrete che puoi mettere in pratica fin da subito per migliorare le performance del tuo sito.
1. Ottimizzare LCP (Largest Contentful Paint)
- Riduci il peso delle immagini: usa formati moderni come WebP o AVIF. Un’immagine più leggera significa caricamenti più rapidi e utenti più felici.
- Minimizza CSS e JavaScript: elimina codice non necessario o posticipa quello che non serve subito. Meno file, più velocità.
- Attiva la cache del browser: memorizza risorse statiche per i visitatori di ritorno. È come ricordarsi la scorciatoia migliore per tornare a casa.
2. Migliorare INP (Interaction to Next Paint)
- Ottimizza gli script: riduci l’esecuzione di JavaScript e carica in modo asincrono solo ciò che serve. L’obiettivo è rispondere ai clic in meno di 200 ms.
- Applica il lazy loading: carica immagini e video solo quando entrano nello schermo. Il browser lavorerà meno e l’utente percepirà maggiore fluidità.
3. Ridurre CLS (Cumulative Layout Shift)
- Definisci dimensioni per immagini e video: evita che elementi si spostino mentre la pagina carica. Nessuno ama inseguire pulsanti che scappano.
- Stabilizza gli annunci: riserva uno spazio fisso per i banner o i contenuti dinamici, così il layout resta stabile.
Migliorare i Core Web Vitals è un processo continuo.
Non basta ottimizzare una volta: serve monitoraggio costante, analisi e piccoli interventi mirati.
Ma i risultati — più traffico, più conversioni, più fiducia — ripagano ampiamente lo sforzo.
Case study ed esempi pratici
Case Study 1 – Ottimizzare LCP per un e-commerce
Un e-commerce di abbigliamento aveva tempi di caricamento infiniti a causa delle immagini in alta risoluzione.
Dopo aver convertito tutto in WebP e introdotto il lazy loading, il tempo di LCP è migliorato del 40%.
Risultato? Più tempo sul sito, più conversioni, meno abbandoni del carrello.
Case Study 2 – Ridurre il CLS su un blog
Un blog tecnico era un disastro di spostamenti imprevisti: annunci e immagini caricati in modo asincrono facevano “ballare” la pagina.
Inserendo dimensioni fisse per gli elementi multimediali e buffer per gli annunci dinamici, il CLS è sceso sotto 0,1.
I lettori? Più felici, più tempo sulla pagina.
Case Study 3 – Migliorare INP per un portale di notizie
Un portale editoriale con decine di script di terze parti aveva tempi di risposta lenti.
Ottimizzando il codice e differendo gli script non essenziali, il tempo di interazione si è ridotto drasticamente.
Risultato: aumento del 25% nel tempo medio di permanenza.
Questi esempi dimostrano una cosa: i Core Web Vitals non sono solo numeri.
Sono il riflesso di come le persone vivono il tuo sito.
E ogni miglioramento tecnico si traduce in esperienze migliori, utenti più soddisfatti e performance SEO più solide.
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