Poche settimane fa, tra le righe di questo blog, ti abbiamo parlato dell’ultima idea visionaria di Mark Zuckerberg: il Metaverso. Una sorta di “spazio digitale” in cui riprodurre delle vere e proprie relazioni, proprio come se si svolgessero realmente, reso possibile anche grazie alla realtà virtuale e a quella aumentata.
Il primo passo verso questo “Internet incarnato” di Facebook è stato mosso attraverso il rilascio di un’app, in fase beta, chiamata Horizon Workrooms. Una sala virtuale per le riunioni, con tanto di avatar, scrivanie, computer e tutto ciò che possiamo comunemente trovare dentro una stanza adibita ai meeting.
Come funziona Horizon Workrooms
Per riuscire ad entrare in questo luogo virtuale bisogna servirsi di un apposito dispositivo o “headset” che, una volta indossato, è in grado di generare il tuo avatar, di riprodurre il dispositivo che ti sta di fronte e in parte l’ambiente circostante: l’Oculus Quest 2.
Una volta lanciata l’app all’interno del dispositivo e collegata al tuo pc, ti trovi catapultato in una scrivania virtuale delle stesse dimensioni della tua e con lo schermo del tuo pc proprio di fronte a te. A questo punto è il momento di entrare in un meeting, proprio come accade su Zoom, Teams o Meet, per ritrovarti seduto ad un tavolo insieme ai tuoi colleghi o, più in generale, agli altri partecipanti.
Nella sua versione Beta, Workrooms può supportare fino a 16 partecipanti che utilizzano la realtà virtuale, più altri 34 in videoconferenza.
I primi feedback dei partecipanti
Le prime sensazioni di chi ha partecipato al meeting su Horizon Workrooms sono state più che positive.
Da un lato abbiamo Zuckerberg ed il responsabile di progetto Andrew Bosworth, che si sono rivelati davvero entusiasti dell’esperienza, affermando che questa è stata “la più intensa applicazione di realtà virtuale che c’è al mondo”.
Dall’altro abbiamo giornalisti ed invitati all’evento che hanno dato un proprio giudizio, senza esprimere lo stesso entusiasmo ma dando comunque un giudizio più che positivo. Il livello di interazione è effettivamente ben più alto di quello che si può sperimentare in una conferenza su Zoom o simili e gli aspetti visuali e sonori, seppur ancora con qualche piccolo bug, riescono davvero a riportare almeno in parte la sensazione di essere nella stessa stanza con qualcun altro.
La rivoluzione Metaverso in casa Facebook è già iniziata. Non resta che vedere dove ci porterà.